Thursday, December 3, 2015

Incontro con il padre della semiotica

...ovvero l'emozione di ascoltare dal vivo il grande Umberto Eco






La cultura ci salverà!


Ieri sera, il 2 dicembre 2015 è stata una data importante per me. Un giorno che ho atteso con ansia concretamente per un mesetto, mentalmente per anni. Pur essendo arrivata con soli 15 minuti di anticipo all’orario di inizio, ho avuto la fortuna di trovare un posticino niente male accanto a due arzille signore di buono spirito e giovialità.
Una luce di speranza si è fatta strada nel mio cuore nel sentire le parole e chiare riflessioni dell'erudito, uno dei pochi personaggi ormai, ahimè, a rendermi orgogliosa del mio paese

Tralasciando il fattore di non poco conto dell'età, il Prof Eco compirà a breve 84 anni!, vorrei soffermarmi sull'acuta fotografia scattata sul tempo in cui viviamo, “taggato” e quasi plasmato dai social media e l'accorta analisi serena e disincantata punteggiata da piacevole ironia. Come ad alleviare il peso della gravità di alcuni avvenimenti che continuano a succedere. A causa dell’ultimo mega agglomerato di case editrici e testate varie, che andrà a coprire e controllare ben il 40% dell’intero mercato nazionale, la stampa italiana rischia di perdere del tutto la preziosissima libertà di stampa? Bene, il semiologo Eco, insieme ad un gruppo di letterati, scrittori ed editori, si anima a crearne una propria, con l’intento di limitare i danni, per così dire, per cercare di garantire ancora una certa libertà di azione al pensiero intellettuale e critico attuale.

Quando, parlando del suo ultimo romanzo, gli viene chiesto il perché della scelta dell’anno 1992 come ambientazione, dichiarando come possibile ragione, l’anno in questione come “annus horribilis”, Eco risponde che a suo avviso, quello è stato al contrario un annus pulcherimus. Menziona il momento storico del Paese fatto speranza, a seguito del processo di smascheramento e smantellamento di importanti elementi di corruzione a cui segue poi addirittura il crollo di ben due partiti. Speranza che, ahinoi, dura poco, visto che solo due anni dopo sale al potere il celeberrimo Silvio Berlusconi.
La discussione va avanti così, con toni pacati, ma senza lasciar cadere una bella nota scherzosa, leggera.
Da quasi ogni frase trapela l’immensa cultura e lo spessore intellettuale e letterario che lo contraddistingue nelle sue opere, siano esse saggi quanto anche romanzi best seller , tradotti in tantissime lingue e diffusi in tutto il mondo.

Scherza anche sul perché di questo appena nato romanzo, dicendo che era anche un modo, alla sua età, per sfuggire all’Alzheimer. Si diverte con i suoi personaggi, in particolare il protagonista, un paranoico creatore di tesi del complotto. E si diverte anche con i propri lettori, a cui, grazie all’artificio del ritorno al passato, al 92, appunto, anno in cui, ci ricorda che Internet non era ancora diffuso e Facebook nemmeno un lontano pensiero, offre “false profezie”. Si diverte a racchiudere una serie di tali false ipotesi, per esempio quella per la quale i telefoni cellulari saranno un totale flop in pochi anni in un discorso sulla teoria del cosiddetto complotto universale.
È stata una serata per me, oltre che di grandissima emozione, sono corsa a farmi autografare un volume con le mani tremanti da inesperta liceale, anche di estremo arricchimento dal punto di vista culturale ma anche personale. Il contatto con personaggi di tale levatura, secondo me può essere un poco contagioso. E a me è piaciuto sentirmi a rischio contagio.

Il mio invito personale è quello alla lettura. Leggete, leggete e leggete!
Probabilmente pochi di noi diventeranno l'Eco della generazione nata con i social media, ma pensate alla fortuna che ci si prospetta.
Avete mai notato che possibilità abbiamo davanti a nostri occhi, a portata di mano? Ovunque e quandunque vogliamo, possiamo fare un viaggio, visitare posti lontani nel tempo e nello spazio, dimensioni sconosciute restando seduti sulla nostra comoda poltrona. Possiamo entrare nei panni di personaggi diversi o anche simili a noi. Vivere insomma centinaia e centinaia di vite ed esperienze. E crescere. Formare ed approfondire i propri interessi, capire noi stessi meglio e vederci magari da un’altra prospettiva…
La mia ultima preghiera è quella di cercare di valorizzare e leggere anche e soprattutto le opere del nostro paese. Libri, saggi, romanzi nati e creati in lingua italiana. Ogni lingua porta con sé inevitabilmente la propria tradizione storica e culturale, il sentire, il vedere e vivere certi sentimenti, certi stati d’animo. Non lasciamola morire. Abbiamo una tradizione di tale spessore che è un barbaro futuro vederla dissolversi così, nella vacuità della sempre più invadente globalizzazione azzerante. Portiamo il nostro contributo in questo pianeta globalizzato ed ignorante, accendiamo una luce per sfogliare delle pagine, apriamo gli occhi per guardare al mondo in modo critico ed intelligente.

Natale si avvicina, quale migliore occasione per farsi regalare un bel volume, avendo poi anche più tempo per poterne godere in pace…
Buona lettura!

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